Si scrive malvagie o malvage?

L’italiano è una delle lingue più belle del mondo, ma uno dei suoi primati è riconosciuto anche nella difficoltà che caratterizza la lingua figlia del latino e del greco.

Dopo i molti anni passati tra i banchi di scuola si è quasi sempre certi di aver introiettato tutte le regole sulle quali è basato l’italiano finché nella compilazione di un documento o nella redazione di un testo non si incappa in dubbi improvvisi.

Ecco che molte coniugazioni verbali risultano di difficile coniugazione come anche la formazione dei plurali relativi ad alcune parole.

Questo perché l’italiano poggia le sue regole su un gruppo di eccezioni che non trovano spiegazioni logiche ma vanno imparate a memoria.

Oltre alla coniugazione di verbi in tempi che non vengono usati quasi mai, la formazione dei plurali ricopre una posizione predominante nelle problematiche relative all’italiano.

Piccolo ripasso

È utile quindi fare un piccolo ripasso di quelle che restano le regole basilari per costruire i plurali e arrivare cosi alla soluzione del problema posto dal titolo.

I nomi maschili e femminili che terminano con la lettera a vedono il loro plurale terminare in i per il maschile e in e per il femminile.

I nomi che rispettivamente terminano con le lettere o, e ed i termineranno al plurale con la lettera i.

A completamento di questa prima rassegna di regole, è utile ricordare che i nomi accentati nella finale non subiranno modifiche al plurale, un esempio utile ad esempio è la parola caffè.

Le eccezioni di cui sopra sono da riferirsi a parole come uomo che non segue le regole appena enunciate ma si trasforma in uomini.

Un capitolo specifico riguarda inoltre il terminale delle parole, si fa riferimento cioè alle due/tre lettere con le quali la parola termina.

Molti sono i dubbi che insorgono sui plurali di parole che presentano terminali come cia e gia.

Sulla presenza o meno della lettera i nella coniugazione plurale della parola si basa la diatriba che origina il dubbio.

Le regole dell’italiano impongono che in presenza di parole che terminano in cia e gia precedute da vocali il plurale da costruire debba rispettivamente essere cie e gie.

Il plurale corretto del termine malvagia è quindi malvagie, esempi correlati sono infatti camicie o valigie. Quando però queste terminazioni sono precedute da consonante come nel caso di provincie, il plurale viene coniugato senza la i ottenendo province.

Conclusione

Una piccola nota a piè pagina è doverosa nella conclusione di quest’articolo, tra le eccezioni troviamo anche nel terminale di scia.

In parole come coscia in cui l’ultima sillaba non è accentata, seppur si parla di accento fonico, il plurale si coniuga senza i: cosce.

In parole che presentano il terminale in esame accentato come scia si mantiene la i: scie.

Davanti a terminali dello stesso tipo che però raddoppiano una consonante come accia, iccia, occia e uccia le regole dell’ortografia impongono la caduta della i ottenendo il plurale di grassoccia con grassocce.

È risaputo che la tecnologia ha sempre le soluzioni più smart per aiutarci, un trucco utile in molti casi sarà consultare il vocabolario installato nei nostri smartphone.

Quel vocabolario infatti possiede tutte le regole fondamentale e quindi nel caso si scriva un plurale in modo errato il sistema lo correggerà automaticamente.